La pacciamatura è una pratica agricola antichissima, ispirata al naturale ciclo naturale delle piante decidue: ogni autunno, le foglie cadute al suolo si accumulano ai piedi dell’albero e proteggono le radici dalle intemperie.
Allo stesso modo, sin dagli albori dell’agricoltura i coltivatori hanno rincalzato la base delle piante con strati di materiale organico o inorganico, utilizzato come isolante termico. L’efficacia della tecnica è comprovata: le piante pacciamate hanno maggiori probabilità di sopravvivere anche agli inverni più rigidi.
La pacciamatura viene oggi ampiamente utilizzata in orticoltura e nelle coltivazioni casalinghe. Poiché non richiede l’utilizzo di sostanze chimiche che potrebbero disperdersi o lasciare residui nell’ambiente e nei frutti, inoltre, trova ampio impiego anche in agricoltura biologica e biodinamica, due pratiche colturali che stanno raccogliendo sempre più consenso da parte dei consumatori.
Esistono, come vedremo in seguito, diverse tipologie di materiale per proteggere il terreno da piante infestanti e proteggerle dal freddo. Nei negozi specializzati, ma anche negli e-commerce dedicati si può acquistare facilmente tutto quello che serve per la pacciamatura del terreno.
Come proteggere le piante dal gelo grazie alla pacciamatura
Come abbiamo avuto modo di vedere, la pacciamatura consiste nell’accumulare ai piedi delle piante coltivate alcuni centimetri di sostanza organica o inorganica. Nei climi temperati e freddi, la principale funzione di questa pratica è proteggere le radici nel periodo invernale. Il materiale pacciamante, che ricopre un’area almeno pari a quella ricoperta dalla proiezione al suolo della chioma, funge da isolante termico per il terreno. In questo modo, anche nelle giornate più fredde, gli strati superficiali del suolo non geleranno e l’apparato radicale non subirà danni.
Quali materiali organici utilizzare
Tra i materiali organici più frequentemente utilizzati per la pacciamatura troviamo:
– materiale fresco, compost e terricciato (mistura, in parti uguali, di terriccio di qualità e sostanza vegetale). Vengono applicati in strati di 5-10 cm, attorno al fusto e su tutta l’area su cui si proietta la chioma (a cui dovrebbe corrispondere, sommariamente, l’estensione sotterranea dell’apparato radicale). Questo tipo di pacciamatura è particolarmente efficace dal momento che, nel corso del tempo, il materiale organico fresco fermenta, generando calore. Dalla decomposizione originano anche numerosi composti nutritivi benefici per la pianta.
– aghi e corteccia di conifere hanno un buon potere isolante ma, con la decomposizione, producono sostanze che acidificano il suolo. Se ne consiglia l’uso solo per trattare piante acidofile (azalee, rododendri, ericacee).
– foglie secche, paglia e fieno: economici, leggeri e facili da depositare, hanno scarso potere isolante e si decompongono molto in fretta, quindi vanno rimpiazzati di frequente.
Qualsiasi tipo di materiale organico si scelga, occorre sempre verificare che non contenga semi di piante infestanti o spore fungine portatrici di malattie per la coltura. Inoltre, quando si utilizza un pacciamante organico, bisogna sempre porre attenzione ad evitare i ristagni idrici, che potrebbero asfissiare la pianta o provocare marciumi del fusto e dell’apparato radicale.
La pacciamatura con materiale organico deve essere rinnovata ogni anno.
I materiali inorganici
Per la pacciamatura vengono spesso utilizzati anche materiali inorganici, quali:
– ghiaia e pietre colorate: uno strato di 5-10 cm di questi materiali ha un discreto potere isolante; inoltre, se sapientemente posizionati questi materiali possono essere utilizzati per creare disegni e aiuole ornamentali.
– tessuto-non-tessuto: viene venduto in fogli, ottimi da utilizzare nei vasi e negli orti; dato che lasciano passare buona parte della luce, vengono spesso usati per coprire l’intera pianta durante il periodo freddo.
– teli sintetici di plastica nera: anche se sono spessi solo pochi millimetri, hanno un buon potere riscaldante in virtù della colorazione scura; in estate, addirittura, vanno monitorati accuratamente per evitare che surriscaldino il terreno. Hanno il vantaggio di essere relativamente economici e molto longevi: un telo di buona qualità può durare anche 3-5 anni.
Ulteriori vantaggi della pacciamatura
Come abbiamo avuto modo di vedere, la pacciamatura è una pratica molto efficace per proteggere le radici delle piante coltivate dal gelo. Ma i suoi vantaggi non finiscono qui. Questa antica pratica colturale viene infatti utilizzata anche per combattere lo sviluppo di piante infestanti in prossimità delle colture. Inoltre, in estate una buona pacciamatura può mantenere costante la temperatura del suolo, evitando surriscaldamenti anche nelle ore più calde della giornata.
In questo modo, tra l’altro, si evita un’eccessiva perdita d’acqua dal terreno.
Come già spiegato, se si utilizza un pacciamante organico fresco, esso con il tempo si decomporrà, liberando sostanze nutrienti che promuoveranno la crescita vegetale. Quando si utilizzano materiali vegetali freschi occorre evitare che, nel periodo estivo, il calore generato dalla fermentazione si accumuli nel suolo danneggiando le radici. Il medesimo rischio si pone se si utilizzano teli di plastica nera. In entrambi i casi, quindi, la pacciamatura andrebbe rimossa con l’arrivo della bella stagione.