Prova ad immaginare…
È una bella giornata di sole. Molte famiglie ne hanno approfittato per una capatina al parco con i loro bambini, che scorrazzano lungo i viali alberati e utilizzano con entusiasmo i giochi pensati apposta per loro. I genitori ne condividono la gioia: al parco giochi l’intera famiglia può considerarsi in festa.
Ma il tuo bambino è seduto accanto a te. Richiama la tua attenzione e, con occhi grandi e pieni di stupore, mormora: “Mamma (o papà), perché io non posso giocare?”.
Lo hai cresciuto con tutto l’amore che tu, genitore, avresti mai potuto offrirgli, ma c’è un’ombra che rovina l’atmosfera: il piccolo è affetto da una disabilità fisica che non gli permette di unirsi agli altri e condividere il gioco.
Deglutisci e rifletti su quanto sia dura, per te, spiegargli queste cose. E il silenzio si prolunga.
Le differenze tra i bambini
Questa è la realtà che affronta ogni giorno una famiglia con un figlio affetto da disabilità. Una famiglia che vorrebbe godersi un momento di quiete, trascorrendo il pomeriggio al parco tutti insieme. Un desiderio più che umano…
Ma anche in uno spazio ricreativo pensato apposta per i pargoli, è raro che siano state adottate le misure necessarie per includerli davvero tutti. Quelli sfortunati, appesantiti da sofferenze e disturbi fisici o cognitivi, sono troppo spesso tagliati fuori.
Il risultato è un velo di tristezza soffocante che grava sull’intera famiglia, privata di uno spazio di gioco in cui alimentare l’affetto e la felicità di stare assieme.
E il bambino crescerà privo di un pezzo di infanzia, quella che dovrebbe appartenere a tutti.
È la parte oscura del nostro mondo – quella che sceglie chi può divertirsi e chi no.
La possibilità del progresso
Se vogliamo evitare questa sofferenza inutile e ingiusta, dobbiamo promuovere il cambiamento, che si traduce nell’ammodernamento dei nostri parchi.
Si tratta di intraprendere una forte direzione etica e pro-inclusione, restituendo attimi di felicità a chi, troppo spesso, è costretto a farne a meno.
Significa riconsegnare a luoghi di svago una valenza universale, una possibilità a cui ogni bambino dovrebbe avere accesso. Evitandogli piccole, mortificanti esperienze come quella di essere escluso dai coetanei…i quali si ritrovano ad osservare delle differenze che sono ancora troppo piccoli per capire, ma di cui noi adulti dovremmo favorire la benevola accettazione, insegnando loro l’amore.
L’impatto della divisione sui bambini
Il futuro parte proprio da qui, dal modo in cui i nostri fanciulli si sentiranno a contatto gli uni con gli altri, senza percepire differenze a dividerli.
Sono come spugne, assorbono i dettagli e le informazioni dell’ambiente in cui crescono e li rendono un filtro per un’interpretazione giudiziosa.
Farli vivere in un mondo in cui una parte di loro è isolata in un angolo significa limitare la loro crescita sociale ed emotiva, creando ghetti, una diversità non rispettata, umiliazioni.
L’integrazione che abbraccia tutti
Oggi, numerose famiglie e associazioni si stanno prodigando per esaltare l’infanzia dei piccoli affetti da disabilità.
Grazie a questi sforzi, stanno sorgendo parchi giochi dotati di attrezzature necessarie per far divertire tutti, definiti “inclusivi”, che non fanno cioè distinzione tra disabili e non.
Al momento, risulta che il 5% dei parchi giochi in Italia sia accessibile per tutti.
Sono ancora pochi, ancora troppo pochi – ma è un passo importante, prodotto da una minoranza di persone decisa ad attribuire valore e significato all’infanzia. Un’infanzia da proteggere, un’infanzia in cui investire generosamente.
Piccoli e grandi dettagli fanno brillare queste fertili isole di integrazione. A volte basta davvero poco…Qualcosa come un’altalena adatta ad ospitare una sedia a rotelle, accanto a un’altalena per normodotati, per far brillare lo sguardo di un bambino che si vede restituito la possibilità di sentirsi tale, e di giocare con gli altri.
E ancora: percorsi tattili e pannelli sensoriali per i bambini non vedenti; rampe d’accesso e giochi da poter utilizzare anche stando seduti.
Queste aree fanno dell’accessibilità il loro fiore all’occhiello, apportando piccoli, ma amorevoli cambiamenti con un occhio di riguardo per i più sfortunati.
Finalmente anche questa fetta di infanzia sta riscuotendo maggiore interesse da parte della gente e dalle organizzazioni, ma anche delle aziende produttrici come ad esempio Giochi Park, una delle realtà italiane che si occupa di realizzare giochi per parco inclusivi.
Inclusione come segno di civiltà
È anche in questi accorgimenti che si vede fin dove si spinge la civiltà di un Paese e della sua popolazione: nel modo in cui programma e realizza agevolazioni, sostegni, stimoli che possano valorizzare le diversità.
Ci auguriamo che l’incremento dell’inclusione nei parchi giochi possa continuare, a beneficio di tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche e cognitive di coloro che vogliono solo divertirsi.
Per spazi ludici senza sbarramento, in cui i nostri figli possano guardarsi l’un l’altro, svagandosi insieme, scoprendosi simili e non diversi.
Perché noi abbiamo imparato ad amare la nostra infanzia, e desideriamo lo stesso per ogni bambino venuto al mondo.