10 regole da seguire per sostituire un calorifero
La primavera e l’estate sono indubbiamente i periodi migliori dell’anno per apportare modifiche al sistema di riscaldamento. Dunque, se state pensando di sostituire il vecchio, e a volte ingrigito, termosifone, questo è il momento. Per farlo senza commettere errori, occorre avere le idee chiare su come procedere. Ecco i preziosi consigli degli esperti.
Meglio con l’impianto di riscaldamento spento
Non esiste una stagione in assoluto migliore delle altre, sicuramente prevedere di iniziare i lavori in primavera-estate avrebbe l’indiscusso vantaggio di non patire il freddo durante i lavori di ristrutturazione e soprattutto con l’impianto di riscaldamento spento si ridurrebbero i tempi di lavoro, con un risparmio anche del costo di manodopera.
Questione di potenza
Fondamentale quando si decide di cambiare il proprio temosifone è quello di installare un modello di pari potenza. Se come nella maggior parte dei casi, i radiatori sono collegati al circuito termosnitario, è importante che questo venga correttamente dimensionato. Occorre, cioè, valutare quanto calore sia necessario per riscaldare i locali e la potenza che serve per ottenere questo risultato. Per fare una stima sul fabbisogno termico invernale di una stanza o di tutta un’abitazione, occorre moltiplicare il volume da riscaldare per un coefficiente termico, che indica le calorie necessarie per metro cubo. Tale parametro oscilla tra le 30 e le 45 Kcla/mc, in base alla tipologia di edificio e alla posizione geografica. Più basso se la casa è ubicata nel sud Italia e in località di mare, più alto dove il clima è più rigido.
Attenzione ai dettagli prima di sostituire il vecchio calorifero
Fare sempre attenzione alla coibentazione delle stanze, alla dimensione, all’esposizione e alla presenza o meno di serramenti (finestre, portefinestre, lucernari, ecc.). Inoltre, nel calcolo della potenza termica necessaria a riscaldare il locale, questi dati sono essenziali per identificare il coefficiente che poi sarà moltiplicato al volume del locale trattato.
Da quale stanza iniziare?
Volendo valorizzare l’estetica del termoarredo rendendolo protagonista della stanza, la soluzione ideale è quella di sostituire prima quelli presenti nella zona giorno della casa. Se, invece, il progetto prevede oltre al design anche l’aspetto funzionale, allora partire dalla stanza da bagno con l’installazione di uno scaldasalviette diventa la scelta migliore.
Il luogo di installazione del nuovo calorifero non va lasciato al caso
Per tradizione, il radiatore è posto sotto la finestra, poiché in questo modo contrasta gli eventuali spifferi di aria fredda provenienti dal serramento. L’aria calda, che si diffonde prevalentemente per convenzione, sale verso il soffitto e si distribuisce in modo più uniforme, garantendo un comfort migliore. Se però la casa è ben coibentata e i serramenti sono a tenuta, si ha maggiore libertà di scelta. Nel caso di un radiatore/scaldasalviette alto, occorre comunque trovare una collocazione diversa, in ogni caso lungo una parete perimetrale esterna, e anche in questo caso meglio se in prossimità della finestra, per agevolare la distribuzione del calore.
La scelta dei materiali: tradizionali o moderni?
Negli anni si è passati dalla ghisa, ottima per le sue capacità di mantenere a lungo il calore anche se più lenta ad arrivare a temperatura, all’acciaio che si scalda più velocemente ed è molto resistente alla corrosione e all’usura. Tra di loro c’è l’alluminio, inizialmente utilizzato solo nei prodotti economici grazie all’elevata resa termica, per poi diventare, con le attuali lavorazioni tecnologiche, molto utilizzato anche nei prodotti di design. A livello ecologico, i termoarredi in alluminio riciclato sono validi, ma ormai anche l’acciaio si ottiene da colate di materiale di recupero.
Con il funzionamento misto si va sul sicuro
Idraulico, elettrico o misto sono tutte e tre soluzioni valide. Ognuna adatta a specifiche esigenze. Potendo scegliere è ideale optare per un radiatore con funzionamento misto, cioè idraulico ed elettrico. Il misto ha il vantaggio di essere molto versatile, in special modo nelle stagioni intermedie, dove con l’impianto di riscaldamento centralizzato spento si può scegliere di scaldare in modalità elettrica i locali della casa che rimangono più freddi, come il bagno. Inoltre, in abitazioni ben coibentate si può ottenere un ottimo comfort termico con una spesa energetica minima.
Gli accorgimenti indispensabili per un lavoro impeccabile
Quando si decide di sostituire il vecchio calorifero con un termoarredo difficilmente la posizione degli attacchi idraulici saranno gli stessi, per via delle forme particolari che assumono spesso i radiatori di design. Per questo in fase di ristrutturazione è fondamentale conoscerne spazi e misure, mentre per le versioni elettriche bisognerà mettere in preventivo di inserire un’opportuna presa di alimentazione.
A chi rivolgersi per sostituire il calorifero?
Punto di partenza è la visita allo showroom o negozio, dove ci si può fare una prima idea del modello e delle caratteristiche più adatte alla propria casa. Una volta scelto e acquistato, sarà compito dell’installatore effettuare i lavori. Evitare il fai da te per l’installazione e non solo. Anche nel caso di una semplice sostituzione, vale sempre il consiglio di affidarsi a un tecnico qualificato.