Materiali sostenibili o greenwashing? In questo articolo esploriamo la differenza per aiutarti a capire e scegliere in modo consapevole.
Quello della sostenibilità e della tutela ambientale è diventato un concetto molto importante nel mondo del design. Oggi i consumatori sono più consapevoli dell’impatto che le loro scelte possono avere sull’ambiente e sulla società. Per questo molte aziende stanno facendo sforzi per promuovere pratiche sostenibili e ridurre la loro impronta ambientale. Purtroppo, non tutti ci riescono ma, nonostante ciò, promuovono i loro prodotti come sostenibili.
Cosa rende i materiali sostenibili?
I materiali per essere realmente sostenibili devono rispettare alcuni specifici requisiti in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
- I materiali sostenibili devono avere un basso impatto ambientale.
- Devono essere ricavati da materie prime naturali, riciclate e riciclabili, rinnovabili ma anche estratte e lavorabili con processi puliti.
- Devono essere atossici, longevi, riciclabili o riutilzzabili. In questo modo, anche se smaltite, non saranno sostanze dannose o in grado di compromettere natura o salute degli individui.
- Infine, devono essere accessibili a chiunque e non solo chi ha i mezzi economici per acquistarli.
È da queste premesse che nasce l’ecodesign, un modello innovativo che tiene conto dell’impatto ambientale dei prodotti lungo l’intero ciclo di vita, ovvero dalla produzione all’uso, fino al loro smaltimento. Durante l’approvvigionamento l’ecodesign seleziona esclusivamente materie prime riutilizzabili, biodegradabili, riciclabili e non tossiche.
Nella loro lavorazione evita poi l’utilizzo di sostanze nocive e inquinanti, cercando di ridurre l’energia utilizzata nell’intero processo produttivo e puntando sulla durabilità del prodotto e sulla facilità di riparazione. L’obbiettivo ultimo è infatti quello di allungare il più possibile la vita di quanto creato, riducendo gli sprechi.
Per dimostrare ciò ai consumatori, le aziende possono utilizzare strumenti come etichette e certificazioni ambientali. Tra queste, ad esempio, Ecolabel UE ovvero “il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea”.
Cosa è il greenwashing
Il greenwashing è la pratica di fare affermazioni false o esagerate sugli aspetti ambientali o sociali di un prodotto o servizio. Questo può includere l’uso di parole di tendenza come ‘sostenibile’ o ‘eco-friendly’ senza effettivamente rispettare queste promesse. Il greenwashing è spesso utilizzato dai marchi per sfruttare la crescente richiesta di prodotti sostenibili senza apportare effettivamente alcun cambiamento reale alle loro pratiche.
Quali sono i materiali sostenibili?
La scelta di materiali ecosostenibili è al centro dei processi di ecodesign. Questi, infatti, devono rispettare determinati standard, ovvero devono provenire direttamente dalla natura ed essere totalmente riciclabili.
Legno certificato
Il legno è senza dubbio il materiale più utilizzato per la sua versatilità. La sostenibilità del legno deriva dalla sua durevolezza e biocompatibilità. Se viene compostato, infatti, si trasforma in terra entro 20 anni, diventando nutrimento per le piante e rigenerandosi all’infinito. Se poi un prodotto ligneo è certificato FSC, significa che proviene da foreste gestite secondo criteri standard ambientali, sociali ed economici.
Legno riciclato
Esiste una modalità industriale che permette di regalare a questo materiale una nuova vita. Il processo coinvolge diverse tipologie di prodotti di partenza come ad esempio i bancali, le travi e molto altro. Naturalmente, questo processo può ripetersi all’infinito.
Bio Plastica
La plastica, quando si pensa a un arredamento ecosostenibile, è senz’altro l’ultima delle nostre scelte. Non tutti sanno però che esiste anche la versione bio, realizzata dalla fermentazione e trasformazione di materiale organico, come prodotti agricoli tra cui cereali, barbabietole e canne da zucchero. Tutti materiali biodegradabili al 100% nel giro di pochi anni, e dunque in linea con i principi dell’ecodesign.
Bambù
I prodotti in bambù sono riciclabili al 100%, a patto che non siano trattati con smalti, collanti e sostanze chimiche. La pianta di bambù cresce velocemente e non pone problemi di riforestazione, ha un basso impatto ambientale e assorbe elevate quantità di anidride carbonica. Inoltre, è resistente e durevole.
Sughero
Altro materiale rinnovabile e riciclabile al 100% è il sughero. Si ricava dal fusto delle querce da sughero ogni 4 anni e, oltre ad essere ecologico, è impermeabile, anallergico ed estremamente resistente. Nel design si utilizza anche sughero di recupero, per esempio quello riciclato dai tappi.
Cartone
Il cartone, invece, leggero e facile da trasportare, può dare vita a complementi d’arredo non solo ecosostenibili ma anche versatili, specie se abbinato al legno.
PET
Il PET è riciclabile al 100% e rispetta l’ambiente. Si tratta di una materia sintetica prodotta con petrolio o metano, spesso utilizzato nella produzione di bottiglie per bevande o come contenitore di cibi. Poiché non perde le sue proprietà durante il processo di recupero, si può trasformare ripetutamente per creare nuovi prodotti. Flessibile e stabile, è inalterabile nel tempo, resistente al calore e all’usura.
Tessuti riciclati
Di norma, per ogni tenda da sole confezionata, circa il 10% del tessuto viene scartato e smaltito in discarica. Questi scarti possono essere trasformati generando una nuova risorsa: filati acrilici che generano tessuti ecosostenibili dalle alte performance. Adatti sia indoor che outoor, hanno colori inalterabili e inpiù sono idrorepellenti, antimacchia e antimuffa.
Materiali sostenibili o greenwashing?
Fortunatamente, ora hai tutte le informazioni necessarie per identificare il greenwashing quando lo vedi, e per distinguere le aziende che invece agiscono concretamente e sinceramente a favore dell’ambiente.
Il greenwashing è un fenomeno che arreca un danno sia a noi consumatori che alle aziende oneste per le quali l’ambiente è davvero importante e operano in maniera corretta.