Ritmonio per La Casa delle Acciughe: un appartamento nel centro storico di La Spezia completamente rimodernato e trasformato in guest house.
L’appartamento si trova in un edificio tipico costruito negli anni 60. L’obiettivo del progetto è stato quello di creare tre camere da letto con bagno privato, moderne e flessibili, destinate all’attività turistico – ricettiva.
La definizione del concept progettuale è partita dal recupero del pavimento originale in graniglia verde presente in tutto l’appartamento. Questo dettaglio ha portato a delle scelte progettuali che potessero armonizzarsi con lo stesso, grazie all’utilizzo di materiali semplici. Come, ad esempio, alcuni elementi di servizio in legno finitura rovere miele, dettagli in marmo di carrara e metallo laccato bianco.
Le porte dei bagni sono state riprodotte ispirandosi a quelle originali con telaio bianco e specchiatura centrale in vetro retinato rivisitate in chiave moderna. L’ingresso collega le tre camere da letto, esattamente come nel lay out originario.
Le camere sono di ampia metratura, molto luminose grazie all’ampia superficie finestrata e tutte servite da un ampio balcone che affaccia sulla città.
Altro elemento distintivo del progetto sono i bagni, caratterizzati dal rivestimento con piastrelle bianche rettangolari posate creando un disegno geometrico. I sanitari e la rubinetteria minimale permettono di enfatizzare la modernità del contesto.
Scelta vincente quella della serie Diametro35 di Ritmonio, un classico in grado di rinnovarsi costantemente, per offrire all’ambiente bagno comfort, carattere e uno stile all’avanguardia, rispecchiando appieno le esigenze dell’hospitality contemporanea. G
eometrie armoniose e design di tendenza sono le caratteristiche distintive delle serie, che si uniscono a ergonomia e maggiore comodità di utilizzo: in questo modo, gli ospiti potranno godere di una nuova esperienza estetica e funzionale dello spazio dedicato al benessere.
progetto: La Casa delle Acciughe – www.lacasadelleacciughe.it
Progetto architettonico: Arch. Martina Vezzoni e Arch. Paolo Buffa
Foto credits: Damiano Martino