Carrara è la città del marmo per eccellenza e se nasci qui non puoi non scegliere un percorso che abbia un collegamento con il marmo, il materiale nobile per eccellenza. Il designer Moreno Ratti è l’esempio vivente. Il marmo è diventato il suo materiale, nonché la sua professione.
Lo abbiamo incontrato per conoscere meglio i suoi lavori e la sua esperienza.
Iceberg
Il marmo e la sperimentazione
Moreno Ratti, è cresciuto a contatto con il marmo, questo gli permette di conoscerlo a fondo e renderlo effettivamente un materiale semplice da utilizzare.
Ci dice: << Mi piace sperimentare ogni possibilità legata al marmo e a volte quando si trova la ricerca giusta si può declinare in diversi oggetti>> La sua è una vera e propria sfida e sta riuscendo il questo intento, perché di progetti ne ha realizzati davvero molti.
Il marmo è un materiale che piace, è così puro e perfetto, in effetti anche il designer approva << Le persone hanno la considerazione di questo materiale come duraturo e prezioso, basti pensare ad opere come La Pietà o il David.>> Al contrario invece << A livello tecnico, essendo un materiale naturale, ha dei limiti enormi, ma credo che ci sia un ampio margine di sperimentazione>>.
Il rapporto tra marmo e acqua
Tra gli ultimi progetti spiccano studi legati al rapporto tra marmo e acqua, sviluppati soprattutto nelle forme dei vasi. Per Ratti il vaso rappresenta una vera e propria tela bianca da dipingere come farebbe un pittore, è l’oggetto più semplice su cui si trova a sperimentare e quindi gli permette di dare libero sfogo alla fantasia e al suo focus sperimentale.
<< L’acqua è fonte di vita e il rapporto con il marmo è strettamente connesso>> ci conferma. È una fonte ricca di potere che svolge un ruolo fondamentale nella lavorazione, e non solo del marmo, come si sa, inoltre <<Se ne spreca davvero tanta>>. Quindi perché non recuperarla?
Vista la grande quantità di utilizzo l’acqua è una materia prima che non deve essere sprecata. Per questo motivo Ratti la riprende nei suoi vasi come co-protagonista insieme al suo marmo.
Tra le opere c’è Galleggianti che sfrutta l’effetto di galleggiamento appunto, il pezzo di marmo cilindrico sorprendentemente leggero resta sospeso fluttuando nell’acqua per composizioni floreali minimaliste.
Un altro esempio è Sponge che sfrutta l’effetto spugna. Ci spiega: << Il marmo travertino essendo molto poroso assorbe come una spugna l’acqua contenuta nel recipiente di vetro. L’acqua passa nei fori del marmo e veicola i sali minerali presenti nel marmo stesso portando nutrimento alla pianta, una specie di concimazione naturale>>.
Prossimo obbiettivo è l’interazione tra marmo e vetro di cui ci anticipa di essere molto soddisfatto dei risultato ma ci lascia con un po’ di suspance. Sicuramente tra qualche mese si presenterà al Salone del Mobile 2020 con delle sorprese. Lo aspettiamo!
Articolo di Silvia Fabris