Tetti a forma di foglia e boschi circolari. C+S Architects lancia “land-CR.AF.T.ED”, un prototipo di borgo popolare che vive di pixel-farming. Una nuova visione dell’abitare in equilibrio tra costruito e natura.
Lo studio C+S Architects propone a Peccioli, in Toscana, il masterplan “land-CR.AF.T.ED” (“Community Reinvent Affordable Food Through Ecologic Design”, ndr). Una risposta possibile alle questioni ecologiche, economiche e sociali cruciali nei processi di trasformazione contemporanea di città e paesaggi. Tra queste il consumo di suolo.
Secondo i dati delle Nazioni Unite più di metà degli esseri umani vive ora in aree urbanizzate destinate ad aumentare nei prossimi anni. Ciò porterà allo spopolamento delle aree rurali. Questo processo non è accompagnato dalla rinaturalizzazione dei territori abbandonati bensì assistiamo al consumo di nuovo suolo. In Italia nel 2022 è stato consumato suolo pari a 7.677 ettari, cioè 24 ettari al giorno, il 10% in più rispetto all’anno precedente.
Progetto di rigenerazione a valle del Borgo di Peccioli
C+S Architects è stata contattata dal Sindaco Macelloni per il progetto di rigenerazione dell’area di Santo Stefano nel comune di Peccioli. La richiesta è di costruire un complesso di dodici case popolari e servizi. Si tratta di un’area di 11,76 ettari con una capacità edificatoria di meno di 3.000 mq. Collocato a valle del borgo appenninico di Peccioli, Santo Stefano si presenta come un grande lotto libero, con i ruderi di alcuni edifici di servizio al lavoro agricolo.
Dichiara Macelloni: “Abbiamo chiesto a C+S Architects di disegnare un complesso di case popolari nell’area di Santo Stefano e lo studio ci ha restituito una visione all’avanguardia che rende il terrano produttivo innestando l’arboricoltura, che migliora la vista dall’alto e la qualità dell’aria tra due arterie di traffico, mentre contestualmente riconnette gli abitanti delle case sociali alla terra, costruendo una comunità multietnica e multiculturale. La sostenibilità a tutto tondo (economica, ambientale e sociale) della visione proposta ci mette al centro di un lavoro di squadra che guarda al futuro dei nostri paesaggi. Il confronto con la Regione su questo masterplan è imminente e con loro lavoreremo per realizzare questo prototipo di sviluppo sostenibile a cavallo tra costruito e natura, tra tradizione e innovazione”.
“Abbiamo lavorato con il paesaggio agricolo su scale diverse”, dice l’architetto Maria Alessandra Segantini. “Alla scala macro abbiamo recuperato il tema dell’arboricoltura che ridisegna un paesaggio che si rigenera naturalmente diventando una risorsa anche economica per il Comune, in linea con alcuni esempi locali e quindi anche facile in termini di gestione. Il nuovo paesaggio è disegnato da una serie di boschi circolari serviti da sentieri per le manutenzioni e taglio, bacini di raccolta dell’acqua per l’irrigazione e ricoveri per le attrezzature agricole. Tale paesaggio ha permesso di ridare vita agli edifici rurali che mal si adattavano alle vecchie funzioni e che sono stati trasformati in accoglienza con offerta turistica e spazi collettivi per la nuova comunità che abiterà l’area di Santo Stefano”.
Ma è proprio quest’ultima un ulteriore elemento di interesse del progetto.
Tetti a forma di foglia e boschi circolari per 12 micro-fattorie
Le dodici nuove residenze sociali richieste dall’amministrazione sono state disegnate come una comunità di micro-fattorie che traducono il sistema dei casali storici toscani in forme contemporanee.
Le dimensioni sono variabili da 80 ai 130 mq, ogni unità è caratterizzata da uno spazio di soggiorno/cucina e una, due o tre camere, secondo i canoni classici dell’edilizia sociale.
Ogni unità è disegnata da un recinto in terra cruda che definisce anche un suolo coltivabile. Qui si innesta il concetto agricolo innovativo del ‘pixel-farming’ dove è la varietà delle specie e la biodiversità a garantire un’alta produttività. I dati raccolti dimostrano risultati straordinari di qualità dei prodotti risultanti da questo processo, che in questo modo potranno essere utilizzati localmente diventando cibo sostenibile in termini ecologici ed economici.
La parola d’ordine è quindi una innovazione che si nutre delle tradizioni reinterpretando in chiave contemporanea il casale dell’Appennino Toscano ma anche di tutto il Centro Italia. Allo stesso modo lo riconnette alla coltivazione introducendo la tecnica innovativa del “pixel farming”.
Innovatizione e sostenibilità
Innovativo è il modello proposto che coniuga la casa sociale all’agricoltura. Innovative le tipologie agricole proposte che connettono le diverse scale del progetto. Innovative le tecniche costruttive: terra cruda o stampa 3d, legno per le strutture orizzontali e verticali. Rame ossidato o zinco per le coperture disegnate come foglie appoggiate alle murature. Tutte tecniche costruttive che promuovono la decarbonizzazione nel settore delle costruzioni, oggi responsabile del 37% delle emissioni totali di CO2.
Innovativo il sistema di prefabbricazione delle nuove residenze. Studiate come un kit di montaggio, a fine vita i materiali possono dunque essere riciclati.
Innovativa la costruzione di una comunità multietnica che si nutre del legame con la terra. La comunità avrà a disposizione cibo di qualità autoprodotto e da condividere. Potrà mescolare conoscenze ma anche semi locali con quelli provenienti da altri Paesi del mondo.
Sostenibilità a tutto campo per Peccioli. Con questo progetto lancia Land-CR.AF.T.ED: un uso del suolo in equilibrio tra il mondo vegetale e quello animale.
Dal consumo di suolo alla produzione di un nuovo paesaggio che si nutre delle culture delle comunità e produce nuova cultura e senso di appartenenza nella prospettiva di una generazione giovane che guarda all’Italia come il Paese dove costruire il proprio futuro.
Progetto studio C+S Architects
Immagini: @Flooer Studio www.flooer.art