Resina per pavimenti, pareti e mobili, ecco tutto quello che c’è da sapere su questa finitura versatile e creativa, per personalizzare gli ambienti di casa
Negli ultimi dieci anni la resina ha conquistato il mondo dell’interior design, soprattutto nelle ristrutturazioni grazie alle qualità tecniche e alle molteplici declinazioni. Oltre che per l’elevato valore decorativo dal gusto contemporaneo, è la scelta giusta per chi desidera una finitura dal grande impatto. Inoltre, l’effetto finale è completamente personalizzabile scegliendo tra cemento, nuvolato, metallico e molto altro ancora.
Vantaggi di questa finitura di tendenza
La resina è perfetta non solo per rivestire pavimenti e pareti, ma anche per cambiare look agli arredi. Grazie al suo spessore ridotto, solo 2-3 millimetri, permette di rivestire un pavimento esistente senza rimuoverlo e senza apportare modifiche a porte o finestre. La superficie finale è impermeabile e resistente anche se posata in zone di forte passaggio. E’ priva di fughe, quindi è perfetta per creare superfici continue in tutta la casa. Tutte queste caratteristiche garantiscono una pulizia veloce e consentono la posa anche in ambienti umidi come cucina e bagno. Inoltre, la resistenza al calore non esclude a priori la possibilità di installare il riscaldamento a pannelli radianti.
Costi resina per pavimenti e non solo
I costi della resina dipendono da diversi fattori, primo fra tutti tipo e qualità dei materiali. In linea di massima si parte da 30 euro al metro quadro per arrivare fino a 100 euro al metro quadro + IVA e oltre. Poi va considerato anche il costo per la posa, che varia in funzione del tipo di fondo da ricoprire e della complessità del lavoro, della finitura e dall’effetto scelto. Naturalmente, più il lavoro è complicato, più il costo è elevato. Indicativamente per la posa si va dai 40 ai 100 euro al mq più IVA.
Tipologie e caratteristiche
Ottenuto da processi chimici, questo materiale di sintesi è proposto in formulazioni diverse, da scegliere in base alle caratteristiche di prestazione e di resistenza, ma anche in base al proprio gusto. Dal punto di vista degli additivi e delle colorazioni, però, i diversi prodotti sono generalmente riferibili a quattro macrocategorie principali. Ciò che li rende diversi sono i componenti base.
Poliuretanica
Biocomponente a base di solvente oppure di acqua, è stabile e garantisce eccellenti qualità meccaniche e di resistenza. Adatta per rivestire pavimenti e pareti, arredi e serramenti, sopporta il calore, non teme i raggi UV e quindi può essere utilizzata anche in esterno.
Acrilica
Monocomponente in formulazione liquida ha il vantaggio di rendere la posa più semplice e veloce. Ideale da stendere su pareti, con l’aggiunta di un addensante, e pavimentazioni preesistenti come vecchie piastrelle. Inoltre, può essere applicata su mobili e piani in legno o metallo. Passando due o più strati si aumenta la durezza del risultato finale.
Cementizia
Con l’aggiunta di polvere di cemento e di altri additivi, la resina cementizia viene applicata soprattutto a terra, grazie alla sua resistenza all’usura, ma va bene anche per le pareti. L’aspetto materico delle superfici, che richiama quello del calcestruzzo, più o meno grezzo e opaco, solitamente viene completato con un ulteriore strato finale di impermeabilizzante.
Resina epossidica
Materiale biocomponente miscelato con termoindurente da dosare in base alle indicazioni del produttore, solidificata risulta particolarmente compatta. Alcune varianti, più fluide e facili da stendere, sono anche autolivellanti, ovvero correggono eventuali dislivelli del fondo. Molto diffusa, si distingue per la resistenza meccanica e termica e l’idrorepellenza.
Ecologica
Pur a base chimica, le resine non sono tutte uguali, soprattutto per ciò che riguarda le emissioni di VOC. Quelle più ecologiche ne rilasciano una bassissima quantità, quindi, una volta indurite dopo la posa, risultano atossiche. In genere si tratta di resine con base all’acqua, anche se ciò non è sufficiente per definirle ecologiche, in quanto è necessario siano dotate di certificazioni. Va detto, però, che le certificazioni non sono obbligatorie ma volontarie, quindi un plus che attesta il rispetto delle aziende nella diffusione di stringenti livelli di emissioni nell’ambiente. Inoltre, permettono a un prodotto di rientrare nella lista di quelli utilizzabili negli edifici sostenibili secondo precisi protocolli, come LEED e BREEAM.
Kerakoll, ad esempio, da qualche anno ha lanciato nel mercato una Micro‑resina all’acqua colorata con finitura laccata opaca per il re‑design di tutti gli elementi di arredo, pavimenti e rivestimenti in ceramica e parquet.
Applicazioni
Con la resina si possono rinnovare tutte le superfici architettoniche o d’arredo. Gli ambiti di utilizzo sono molteplici, compresi anche gli ambienti umidi, come il bagno e la cucina. I risultati finali dipendono molto anche dalla capacità di chi la posa.
Resina per pavimenti interni
Inizialmente i rivestimenti in questo materiale erano un’opzione per riprodurre l’effetto cemento negli edifici industriali. Con il passare degli anni, però, si sono aggiunte sempre nuove possibilità estetiche, aprendo a tinte e a lavorazioni materiche differenti. Il pavimento in resina si caratterizza per la superficie continua, priva di fughe, aspetto estremamente pratico per la manutenzione, che in più aiuta ad ampliare la percezione spaziale della stanza.
Pareti
La resa espressiva è elevata, poiché le superfici vengono personalizzate con colori e lavorazioni: spatolati, nuvolati, metallici, finiture opache o lucide, lisce o ruvide. Le possibilità sono infinite, inoltre il risultato, si distingue sempre per piccole variazioni, diventando unico e su misura.
Posa resina su pavimento esistente
Soluzione adatta a essere sovrapposta praticamente a ogni tipo di rivestimento a patto che questo risulti stabile e in buone condizioni e senza imperfezioni troppo marcate. La resina offre il vantaggio di evitare i costi di rimozione della vecchia pavimentazione. Gli spessori millimetrici della nuova finitura difficilmente creano problemi all’apertura delle porte interne e delle portefinestre, le quali, se si alzasse sensibilmente il pavimento, andrebbero modificate.
Restyling di mobili e non solo
Trasformare completamente l’aspetto di vecchi mobili o porte diventa semplice e permette di evitare sprechi e liberare la propria creatività. Inoltre, in questo caso, se si è appassionati di fai da te, si può portare a termine il lavoro da soli. Come per pareti e pavimenti, colori, lavorazioni, additivi sono pressoché infiniti. La resina trasparente in questo caso consente di fissare sulle superfici stampe e decorazioni. Grazie alla resistenza ad acqua e umidità, si possono rinnovare anche gli elementi del bagno, come lavandino, piatto doccia, vasca, sia in ceramica sia in metallo.
La resina tutti gli ambienti di casa, anche in esterno
Impermeabile e inattaccabile da muffe e batteri, la resina rende le superfici igieniche. Per questo è adatta a qualsiasi ambiente della casa e, declinata con preparazioni ad hoc, è possibile la posa della resina per pavimenti esterni su balconi e terrazzi. Un esempio è GeoOutdoor, la proposta HDsurface progettata per l’impiego in esterni ideale per rivestire terrazzi, camminamenti e zone bordo piscina in ambito privato e pubblico. Nello specifico si tratta di un prodotto monocomponente che unisce la facilità di utilizzo ad elevate resistenze meccaniche: è traspirante, resistente agli agenti atmosferici e agli sbalzi di temperatura, impermeabile e antiscivolo.
In cucina, oltre che a pavimento, dato che è a prova d’acqua e lavabile, la si può scegliere come finitura per la fascia tra piano e pensili. Inoltre, la si può usare per coprire eventuali usure e/o imperfezioni di top o ante, così da evitare sostituzioni.
La resina per bagno la può usare per rivestire pavimento e pareti, dato che è impermeabile, pratica da stendere, igienica e facile da pulire, specie senza le fughe dove si possono annidare muffe e batteri. Magari optando per una tonalità chiara, facendo così apparire lo spazio più grande se si tratta di una stanza piccola.
Posa resina: professionale o fai da te?
Per creare una pavimentazione in resina, una parete oppure un mobile il fondo deve necessariamente essere liscio e ben livellato. Per ottenere un ottimo risultato si può prima stendere un primer fissativo, adatto al materiale da coprire. Ciò migliora l’aderenza della resina alla superficie sottostante e nel contempo blocca un’eventuale umidità di risalita delle strutture.
Passaggi da seguire per la posa
Asciugato il primer, si stende la resina monocoponente pronta all’uso oppure biocomponente, da preparare e dosare in giuste quantità. Per tinte o effetti particolari vanno aggiunti specifici additivi. La consistenza è fluida e il prodotto va steso con appositi strumenti come rullo o spatola, per lisciarlo o al contrario ottenere un effetto materico ruvido e irregolare. Infine, quando tutto è asciutto, viene steso un protettivo.
Per questi passaggi, in linea di massima si può considerare un tempo di posa variabile dai 4 ai 7 giorni. Tutto dipende dalla dimensione della stanza e dalla complessità del lavoro.
In generale, è meglio optare per un posatore esperto che conosca bene il materiale, perché il risultato e la durata dipendono anche dalla maestria della posa.
Resina per mobili, via libera alla posa fai da te
La posa resina fai da te è indicata per il restyling dei mobili, a patto che non si desiderino lavorazioni particolari. Prima di tutto va rimosso bene lo sporco, poi si passa la resina, a rullo o a pennello, e si lascia asciugare per qualche ora, seguendo le indicazioni sulla confezione. Infine, si passa una seconda mano.