Officina 8A Architetti Associati progetta un elegante alloggio a doppia altezza nel cuore di Torino, con affaccio su una delle sue piazze più significative. Parliamo del progetto BUDI BUDI.
Prima dei lavori l’appartamento sfruttava solo 2/3 del potenziale a disposizione. Una sistematica e chirurgica operazione di denudamento ha portato alla luce fantastici soffitti alti 4,60 mt. Da lì la decisione di usare questa preziosa peculiarità come il tema più importante del progetto: la casa è da intendersi come doppia, infatti tutte le stanze sono fornite di un doppio livello vetrato e accessibile attraverso scale leggere realizzate in metallo e vetro.
La zona giorno ha un secondo salotto più intimo e ludico, dedicato al tempo da trascorrere con la propria famiglia; le camere da letto hanno un’appendice che è in un caso una cabina armadi, nell’altro uno studiolo; la zona servizi ha un soppalco riservato all’area ripostiglio e lavanderia.
I nuovi elementi sono moderni e dichiaratamente sovversivi. Il pavimento in rovere a spina di pesce ungherese invece vuole riprendere un tema caro alla casa bourgeois torinese.
Elemento riportato a nuova luce sono gli affreschi, precedentemente celati dal controsoffitto.
«Abbiamo smantellato le modifiche realizzate nel tempo per far riemergere le proporzioni originali e valorizzarle», spiega Bernardo Ascanio Rossetti. “I dipinti tornati alla luce con l’abbattimento dei controsoffitti sono stati ripuliti, e in alcuni casi integrati con motivi «inventati, ma coerenti con quelli esistenti».
Al calore del legno e all’esplosione cromatica dei soffitti si contrappone il verde Alpi del marmo che riveste gli arredi disegnati su misura, a partire dal bancone della cucina. Le venature del verde Alpi sembrano ricordarci che le stratificazioni sono tutte importanti al fine di leggere la storia di una casa.
Questo tema è esasperato poi nei decori, dove gli stucchi si inseguono con interruzioni in modo giocoso.
Spiega Rossetti: «Nella progettazione ci guidano la praticità e il sentiment ispirato dal luogo. In questo caso ci è piaciuto esasperare per sdrammatizzare: le cornici a soffitto, trovate in una camera, sono state riproposte anche nell’altra; le boiserie di gesso e gli stucchi, che abbiamo ripulito, sono stati volutamente enfatizzati».
In questo progetto si è provato ad inserire gli spazi all’interno di uno schema geometrico, come quello della pianta esistente in muratura, ma di fatto gli spazi a fatica stanno all’interno di uno schema chiuso. Il progetto è piuttosto da intendersi come un divertente gioco in cui il cantiere è stato il risultato di una continua evoluzione. Un progetto in cui l’architetto trova le confuse tracce del passato e le rieduca alle esigenze dell’abitare contemporaneo.