IKEA scende in campo per la difesa dei mari e degli oceani e presenta MUSSELBLOMMA, la prima collezione realizzata con la plastica raccolta dagli oceani.
La serie, che sarà disponibile in Italia e Spagna nel 2020, ed a seguire negli altri Paesi in cui il gruppo svedese è presente, è stata presentata in anteprima durante i Democratic Design Days, attualmente in corso nel quartier generale di Älmhult, in Svezia.
“Da tempo IKEA si è posta l’obiettivo di generare un impatto positivo per le persone e il Pianeta. Consapevoli della forza che le scelte che compiamo possono avere, siamo felici di essere uno dei primi Paesi a lanciare MUSSELBLOMMA. Una linea nata con l’obiettivo di utilizzare la plastica oceanica in alcuni prodotti e trasformarla in una materia prima per il futuro. Attualmente stiamo esplorando diversi progetti in tutto il mondo per potenziare questo primo esperimento, in collaborazione con ONG, partner e fornitori“, dichiara Alessandro Aquilio, Country Communication and Sustainability Manager IKEA Italia.
La collezione MUSSELBLOMMA
La serie, disegnata dalla designer spagnola InmaBermúdez, è composta da una borsa, per invitare i consumatori ad abbandonare completamente quelle in plastica usa e getta, e alcuni tessili – due fodere per cuscini ed una tovaglia – in poliestere riciclato al 100%, prodotto con rifiuti di plastica PET provenienti dal mare.
“Abbiamo creato un modello semplice e moderno con cerchi, quadrati e triangoli combinati con una forma che ricorda un pesce”, afferma la designer Inma Bermúdez. “I colori della collezione sono presi dal mare: verdi e turchesi combinati con coralli che donano luce e felicità allo schema.”
La plastica oceanica ha una seconda vita come materia prima
Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con Seaqual, un’organizzazione che collabora con pescatori, ONG, comunità locali e autorità per pulire gli oceani dei detriti marini. La plastica, recuperata dai mari da 1500 pescatori spagnoli al largo delle coste del Mediterraneo, dopo la raccolta viene aggregata in contenitori a terra nei porti. Qui viene pulita, classificata e riciclata meccanicamente. Insieme alle bottiglie di PET riciclato viene poi trasformata in filati e tessuti che sono serviti a IKEA per creare questa nuova gamma di prodotti. L’intera catena di fornitura dei prodotti si trova in Spagna, negli stabilimenti di Alicante e Valencia. Per ogni chilo di rifiuti plastici in PET che può essere utilizzato per fabbricare il tessuto in poliestere, altri 9 chilogrammi di rifiuti, come altre materie plastiche, metallo, gomma, vetro e altri materiali, vengono portati fuori dall’oceano.
L’impegno di IKEA per la tutela dei mari e degli oceani
L’impegno IKEA non si esaurisce con MUSSELBLOMMA. L’azienda svedese dall’ottobre 2018 è membro di Next Wave, un’iniziativa che coinvolge società private, scienziati e ONG e sta lavorando per generare in futuro una sempre maggiore richiesta di questo materiale per i prodotti di consumo. All’inizio dello stesso anno, IKEA ha anche annunciato l’impegno a rimuovere tutti i prodotti in plastica monouso entro il 2020, come primo passo per diventare un’azienda circolare entro il 2030.
Durante i Democratic Design Days IKEA ha inoltre introdotto una nuova collaborazione con World Surf League (WSL), organizzazione con sede a Santa Monica, allo scopo di comprendere meglio la vita quotidiana di persone che hanno un modo di vivere mobile e attivo a stretto contatto con l’oceano. Attraverso questa partnership, IKEA e WSL collaboreranno per un progetto di sensibilizzazione sulla sfida climatica e ispirare azioni per ridurre l’inquinamento plastico negli oceani, e realizzeranno inoltre una gamma di prodotti surf-centric progettati congiuntamente, utilizzando, laddove possibile, plastica recuperata oceanica.
La plastica negli oceani è un problema enorme che ha un impatto rilevante sulla vita di tutti gli abitanti del nostro pianeta. Proprio per questo IKEA vuole fare parte di una delle soluzioni possibili, impegnandosi in progetti per ripulire gli inquinanti plastici dall’oceano e prevenire attivamente l’inquinamento plastico degli oceani.